La nostra storia
«Voglio farvi provare una nuova birra, è davvero buonissima.»
Alan Bozzini ci salutava sempre così, quando rientrava in Ticino per il fine settimana. Lavorava per le FFS a Egerkingen (Canton Soletta) già da un paio d’anni, subito dopo aver concluso il suo apprendistato presso le officine di Bellinzona. A volte, si dimenticava persino di portare la borsa in camera sua, talmente era contento e impaziente di mostrarci le birre che ci aveva portato.
Bere la birra buona, come la chiamava lui, era diventata una delle sue più grandi passioni. Alan voleva provarle proprio tutte e riusciva sempre a coinvolgerci negli assaggi. Un giorno, un suo collega gli consigliò di provare a produrre una birra artigianale tutta sua. Era possibile fare la birra in casa, gli disse, comprando dei kit già pronti.
Alan non si lasciò sfuggire il suggerimento ed è nata la prima Birra Bozz.
Naturalmente, la prima cotta era solo un divertimento per lui. Era una piacevolissima novità, come un gioco nuovo. Alan era così felice di provare a fare la sua birra, che era impossibile non lasciarsi coinvolgere dal suo entusiasmo.
E… che sorpresa, già dai primi assaggi: era deliziosa!
Era così buona, che Alan decise di farla ancora una volta. E poi un’altra volta ancora. Nei mesi successivi, quindi, si documentò moltissimo sulla produzione di birra artigianale e divenne sempre più esperto nell’uso dei kit e del cosiddetto pentolone. Anche numerosi amici e conoscenti coraggiosi si unirono agli assaggi e, per le prime volte, si cominciò a parlare di un progetto Birra Bozz.
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«Sembra che l’abbia inventata lui la birra.»
Diceva Luca Bozzini, il padre di Alan. In effetti, bastava ascoltare Alan mentre parlava di birra, per lasciarsi incantare dalla sua passione e dalla sua creatività. Voleva sperimentare in continuazione delle nuove ricette e, quando giudicava le sue birre, non era mai pienamente soddisfatto. Era sicurissimo di riuscire a farle ancora più buone.
La sua passione per la birra, aiutò Alan a convivere con una grave malattia, che lo colpì all’improvviso. Proprio per aiutarlo a non pensare costantemente alla sua malattia, Alan e Luca decisero di acquistare il primo macchinario di Birra Bozz, che è ancora tutt’oggi in funzione.
La cotta numero 1, che resterà per sempre indimenticabile, ha visto la luce il 28 maggio del 2012.
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Bionde, brune, rosse e scure.
Dolci, amare, fruttate e floreali.
Alan sperimentò (e, talvolta, inventò) moltissime qualità diverse di birra. Era così fiero e sicuro delle sue creazioni, che aveva già deciso di non voler tornare a lavorare in ferrovia. Voleva lavorare solo ed esclusivamente per la sua birra. Riuscì a coinvolgere nel progetto anche suo fratello Richy, che ad aprile 2013 entrò a pieno regime nella Birra Bozz.
Purtroppo, Alan e Richy riuscirono a lavorare insieme solo per poco tempo.
Troppo poco.
Richy sa bene che avrebbe avuto bisogno di parecchi mesi al suo fianco, per imparare tutti i segreti di Alan. Eppure, anche nei momenti più difficili, sa che il pochissimo tempo che ha avuto a disposizione, gli è bastato per imparare il segreto più importante in assoluto.
La passione, che è ancora oggi l’ingrediente principale di tutte le Birre Bozz.
Birre appassionate e genuine, come voleva Alan, il mastro birraio.